
“Bella ma non balla”, direbbe il grande ex Sinisa Mihajlovic. La Lazio di Simone Inzaghi è un concentrato di organizzazione tattica, pregevoli trame di gioco e piedi buoni (più che buoni, a dirla tutta). Ieri sera non ha giocato peggio dell’Inter. L’ha accerchiata, a tratti l’ha ammaliata con il suo palleggio grazioso. Però… c’è un però: per vincere le partite serve concretezza. E la squadra di Inzaghi non ne ha avuta. Tanto da trovare il gol solo su un episodio fortuito, la punizione di Milinkovic-Savic deviata involontariamente da Escalante, e impensierire pochissimo Handanovic per tutto il resto della partita. Tutto il contrario dei nerazzurri, che hanno vinto grazie a cinismo e a un’innata capacità di affondare i colpi al momento giusto. Le ultime due partite, una contro un avversario inferiore, il Cagliari e una contro un avversario superiore, l’Inter ieri sera , hanno una caratteristica comune: non ti hanno fatto giocare da dietro con il portiere, bensì ti hanno aspettato nella propria meta campo, con 9/10 uomini sottopalla difendendosi con 3 difensori centrali e i due laterali molto bassi allineati per una difesa praticamente a cinque. Risultato? 2 tiri in porta in 180 minuti e sabato arriva Ranieri e la sua Sampdoria maestro del controgioco. Urgono soluzioni alternative e un atteggiamento più “cattivo”!
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