
Ci sono poche certezza nella vita, una di queste è sicuramente la sofferenza da parte del tifoso laziale.
Le cose facili, si sa, non piacciono a nessuno, a noi mai, a noi per niente.
Ma dopo il triplice fischio questa volta il cuore è un po’ più leggero, il borsone invece pesa più di quando siamo partiti perchè finalmente insieme agli scarpini, lì custoditi tra parastinchi, calzettoni e una maglia sporca, mettiamo finalmente tre punti che servivano veramente tanto.
Pronti via e il gol di Caicedo scaccia quasi subito paure ed incertezze condite con una spolverata di voci di mercato che vogliono il panterone triste e con la valigia pronta.
Ci sono poche certezze nella vita, un’altra di queste è la marcatura di Ciro Immobile che imprime in maniera sempre più calcata il suo nome nella storia ultracentenaria della Lazio.
Il rigore realizzato da Vlahovic a due minuti dal novantesimo ci regala 7 minuti, recupero compreso, dell’ansia che non ci mancava per niente ma della quale quasi avevamo bisogno, o forse no.
Quello che si doveva fare è stato fatto, vincere.
Il resto lo sappiamo, siamo della Lazio,e siamo nati per soffrire è vero ma dopo centoventuno anni abbiamo imparato che per sentirsi vivi a volte è necessario sanguinare.
Ora è tempo di leccarci le ferite, e prenderci le nostre rivincite che quest’anno abbiamo molti colpi incassati da vendicare.
Stefano Teto De Filippo
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