
Da Crotone a Crotone. Nel giro di due anni e mezzo la vita e l’avventura laziale di Felipe Caicedo è decisamente cambiata. Il 13 maggio del 2018 l’attaccante ecuadoriano viveva la sua giornata più nera: un gol fallito nel primo tempo, con un tentativo di pallonetto sul portiere in uscita, uno a tre secondi dal termine con un colpo di testa errato dal dischetto del rigore. Due gol che hanno pesato tantissimo nella stagione laziale. E che, insieme alla miriade di torti arbitrali subiti, sono costati la qualificazione in Champions League.

Una gara che era diventata per i suoi detrattori una specie di spot elettorale. Chi lo aveva bocciato in partenza si affidava alla sfida di Crotone per evidenziarne i limiti. Oggi, a distanza di tempo quella maledetta trasferta è stata finalmente accantonata. Felipe ci è riuscito col lavoro e il sacrificio. Ha sfruttato ogni singola occasione concessagli da Inzaghi. ha segnato gol belli e pesanti ed oggi si è costruito un ruolo di primaria importanza all’interno della rosa biancoceleste.
Caicedo ha sbloccato un derby, segnato due gol alla Juventus, regalato un assist in finale di Coppa Italia, e soprattutto ha risolto nel recupero partite durissime diventando l’uomo della provvidenza. All’interno del gruppo è amato e apprezzato da tutti e i tifosi lo hanno eletto a beniamino. Ora proprio a Crotone vuole eliminare definitivamente i fantasmi del passato e continuare ad essere protagonista.

Insieme a Ciro Immobile è il capocannoniere della squadra, con quattro gol messi a segno: tre in campionato (Atalanta, Torino e Juventus) e uno in Champions League, nella trasferta di San Pietroburgo. Come da consuetudine, i suoi gol hanno un peso pazzesco. Tolto quello messo a segno contro i bergamaschi, ininfluente per io risultato finale, le altre tre reti sono state decisive.
Crotone per prendersi la rivincita e tornare a trascinare la Lazio. Magari nei minuti finali, in quella che per tutti è ormai diventata la “zona Caicedo”.
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