
Tre vittorie e due pareggi: questo il bottino della Lazio post Genova. Una rinascita evidenziata dai risultati. Una ripresa che fonda le sue radici in un ritrovato spirito di gruppo e in una voglia matta di sconfiggere polemiche, difficoltà e andare oltre a tutti gli ostacoli. Dopo essere caduti sotto i colpi di Quagliarella e Ramirez, i biancocelesti si sono ritrovati.
Hanno battuto il Borussia Dortmund, sconfitto Bologna e Torino in campionato ed ottenuto due pareggi preziosi sui campi di Brouges e Zenit. Risultati che hanno permesso alla Banda Inzaghi di rilanciarsi in serie A accorciando il gap iniziale in classifica e di chiudere imbattuti l’andata del proprio gruppo in Champions.
Risultati straordinari, soprattutto considerando il contesto generale in cui sono arrivati: in Europa Inzaghi ha ottenuto due pareggi preziosi (che potrebbero diventare decisivi in ottica qualificazione) senza Strakosha, Immobile, Leiva, Luis Alberto, Lazzari, Radu e Lulic. Sei titolari inamovibili della scorsa stagione. Assenze che regalano al tecnico importanti certezze sul valore della rosa e la conferma di una crescita costante. La Lazio di quest’anno è migliorata nel valore della rosa e nelle alternative.
Senza sei titolari (ai quali vanno aggiunti alcuni calciatori costretti a giocare nonostante una condizione fisica incerta) la Lazio è stata in grado di andare avanti e di ottenere i risultati che oggi permettono ad Inzaghi di guardare al futuro con entusiasmo.
La crescita è evidente e si riassume in una domanda: la Lazio dello scorso anno sarebbe stata in grado di fare a meno di sei titolari e di ottenere gli stessi risultati? Il campo non ci darà la risposta, ma la sensazione (confermata dai risultati ottenuti dalla Lazio dopo il loockdown e in piena emergenza) ci portano a pensare che la Lazio di quest’anno sia in grado di affrontare l’emergenza e le turnazioni con più tranquillità.
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